Ex - CAMBIARE LA SOCIETA', CAMBIANDO SE STESSI

31 dicembre 2005

Il lampadiere



In questa notte scura,
qualcuno di noi, nel suo piccolo,
è come quei “lampadieri” che,
camminando innanzi,
tengono la pertica rivolta all’indietro,
appoggiata sulla spalla,
con il lume in cima.
Così,
il “lampadiere” vede poco davanti a sé,
ma consente ai viaggiatori di camminare più sicuri.
Qualcuno ci prova.
Non per eroismo o narcisismo,
ma per sentirsi dalla parte buona della vita.
Per quello che si è.
Credi.

TOM BENETOLLO

24 dicembre 2005

Sono

Sono bello
Sono bugiardo
Sono facile alla lacrima anche se non piango mai
Sono sovrappeso
Sono innamorato
Sono introverso
Sono alla ricerca di mia madre
Sono un ragazzo senza padre
Sono un bambino senza padre
Sono un ladro che ama
Sono la poesia perfetta per me stesso
Sono qualcosa che nessuno sa
Sono un angelo travestito da terrestre
Sono uno che all’inferno ci va, e volentieri
Sono senza una casa da sempre
Sono uno che sa fingere per troppo amore
Sono uno che chiede tanti perché, ma soffre ad ascoltarli
Sono uno che vive. Anche troppo.
Sono le mie braccia troppo corte
Sono uno che usa la parola “troppo” troppo spesso
Sono uno che ama non prendersi troppo sul serio per scopi serissimi
Sono nudo e felice, vergognoso, timido, splendido, difficile, stronzo.
Sono quello che non vorrei essere e anche quello che non sono mai stato
Sono quello che non voglio mai essere e anche quello che non sarò
Sono un tutto e un niente
Sono la Vita che bussa alla porta della Morte, non per entrare, ma per farla uscire, almeno una volta...

22 dicembre 2005

This is the war, baby...

Credo che non è mai utile chiudere gli occhi perché ciò che sta davanti loro è sgradevole.
Ho trovato 4 foto su Falluja. Per cambiare se stessi, è utile, credo, saper guardare non solo con disgusto, ma anche con sofferenza e sincera compassione per le vittime.


dal sito di Liberazione
Queste foto mostrano i corpi carbonizzati e mutilati di alcune vittime dell'attacco Usa alla città di Falluja. Sono la prova che a Falluja sono state usate armi chimiche contro i suoi abitanti, non importa se adulti o donne o bambini. Sono state usate armi "cieche" che non hanno fatto distinzione alcuna. Le immagini sono crude e strazianti, la visione può dare fastidio. Guardatele solo se ve la sentite.

Foto 1
http://www.liberazione.it/foto/falluja_1.jpg

Foto 2
http://www.liberazione.it/foto/falluja_2.jpg

Foto 3
http://www.liberazione.it/foto/falluja_3.jpg

Foto 4
http://www.liberazione.it/foto/falluja_4.jpg


Un'amica mi ha segnalato anche questo link, dove trovate il video di RaiNews24 su Falluja:

http://www.rainews24.rai.it/ran24/inchiesta/video/fallujah_ITA.wmv

19 dicembre 2005

VAMOS


L'America Latina si sta svegliando. E l'Europa?

06 dicembre 2005

Fascisti

L'uso della violenza ha sempre un retrogusto fascista. Parlo della filosofia fascista, non del partito. E' noto che nell'ambito della Polizia di Stato vi sia una discreta osservanza di tale filosofia, nel senso che diversi agenti la adottano. Di qui a dire che tutta la Polizia sia fascista ce ne corre.
Sicuramente, coloro che hanno operato lo sgombero violento in Val di Susa erano fascisti. Si dice che il vicequestore, mentre guidava uno schiacciasassi, incitava i "suoi" uomini col grido "schiacciamoli tutti!". Evidentemente si sentivano come i guerrieri in "Braveheart", coraggiosi paladini difensori dello Stato...
Questo, non è per niente bello. Anzi, è gravissimo. Mi piacerebbe che dai Partiti si dicesse che, tra le varie riforme, servisse anche quella per debellare la filosofia fascista dalle decisioni prese a livello istituzionale. Badate bene, non ho detto dagli uomini che guidano le istituzioni: ognuno è libero di costruirsi la propria scala di valori come meglio crede. Ma questa non deve inficiare in maniera negativa l'espletamento di un servizio pubblico, dove, si sa, vanno garantite le libertà di tutti, specie quelle fondamentali come la sicurezza e l'incolumità dei cittadini. Ma quando sono invece proprio le Istituzioni a ledere questi diritti invece di garantirli, occorre cambiare strada con determinazione e velocità. Senza violenza.

01 dicembre 2005

I Cori del Razzismo

Contro il razzismo negli stadi si sta passando alla maniere forti. Detta così viene da pensare:"Era ora! Bene, diamo una bella lezione a questi imbecilli!". E allora si può interrompere la partita, si può escludere la squadra dalle competizioni, si può squalificare lo stadio... e gli "imbecilli" che hanno fatto i cori, dove stanno?
Prima di tutto, non sono "imbecilli", ma ignoranti. Proviamo poi a pensare a quale può essere l'history di una persona che va allo stadio e insulta un giocatore in campo perché ha la pelle colorata diversamente; proviamo a pensare a cosa fa quando ripone la bandiera e torna a casa, a cosa e come vive in quella casa, in quel quartiere. Se è razzista, non è un caso.
Allora, dandogli "una bella lezione" si sancisce la validità assoluta del metodo punitivo all'interno di una logica alla rieducazione. Si dice in sostanza che punire è "educativo". E questo va in controtendenza allo sviluppo delle teorie educative e allo sviluppo di un maggior buon senso civico, di una migliore società, partendo dal miglioramento di ogni individuo.
Secondo me, occorre dare una "bella lezione" al razzismo, non ai razzisti. Per far questo, bisogna entrare nelle loro case per capire da dove nasce la loro ideologia distorta e lì colpirla con decisione, professionalità, amore.
Ed è questo, secondo me, il compito delle Istituzioni, nello sport come in ogni ambito della società.