Ex - CAMBIARE LA SOCIETA', CAMBIANDO SE STESSI

10 gennaio 2006

L'urlo ("l'eroe")

Fabrizio Quattrocchi: un uomo, come tanti, morto barbaramente in Iraq, per mani sconosciute di gente col volto coperto. Aveva un'ideale: la patria. Discutibile, ma credeva in qualcosa. O almeno lo si suppone dalle parole che hanno detto di lui chi lo conosceva bene. Era un dipendente di una ditta che si occupa di sicurezza, un lavoratore. La sua mansione in Iraq era ambigua, forse illegale.
Tutto qui.
Speculateci sopra, soliti noti, da destra e da sinistra. Ma non aspettatevi che non ci sia chi urla per questo, che non ci sia chi soffre per la vostra incapacità. Vorrei provare compassione anche per voi, ma, per adesso, non ci riesco.
E urlo.

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

non sei l'unico a gridare, a urlare, per fabrizio quattrocchi,
per carbonella (é, anche se morto, un mio caro amico), per tanti altri,
illegali..... ma chi di noi è legale?
eppure cerchiamo di esserlo, ma quanti ci intralciano la strada e ci fanno sentire vuoti, perchè il loro pieno disgustoso, costruito con i nostri pensieri, il nostro lavoro,
occupa il nostro spazio,
perché il loro puzzo invade le nostre case, il nostri polmoni la nostra mente,
poi ci dicono che siamo pazzi, e ci occorrono gli psicofarmaci,
e pensano ci si creda,
purtroppo molti ci credono,
attiviamo con la mente la cultura e la solidarietà,
l'ignoranza è la peggiore delle pesti invisibili!
grazie
un abbraccio
mario mengheri
http://airp.livorno.it

9:49 AM

 

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