Ex - CAMBIARE LA SOCIETA', CAMBIANDO SE STESSI

22 novembre 2005

Oggi nel mondo sono
852 i milioni di persone
che soffrono di fame,
di cui 815 nei paesi sottosviluppati,
28 in quelli in transizione e
9 nei Paesi industrializzati.

Ma cosa succede in Israele?

Mi sembra utile, visto che nessun media attualmente lo ha fatto, chiarire cose è il GIUDAISMO e cosa è il SIONISMO. Questo perché quando parliamo di Israele, del conflitto con la Palestina, di Sharon (sionista) ecc. si rischia di non capirci nulla.

Giudaismo
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La storia del giudaismo inizia con l'esilio a Babilonia (587 AC), che mette fine al regno ebraico. Il termine sembra essere stato scelto nel II secolo AC dai giudei della diaspora per qualificarsi di fronte all'ellenismo. Nel Nuovo Testamento viene usato una sola volta (Gal. 1,13-14). I giudei di Palestina e quelli che vivono lontano (ad Alessandria, a Babilonia ecc.) formano una comunità religiosa unita dalla fede monoteista, lo studio della legge (Torah) e la speranza messianica. Qualche tempo dopo il ritorno dall'esilio, l'attività religiosa riprende nel Tempio di Gerusalemme, ma il giudaismo palestinese si dà nuove istituzioni: il Sinedrio e la sinagoga, dove scribi e dottori della Legge acquistano sempre maggiore importanza.
Nel I secolo, il giudaismo è già un mondo polimorfo come quello che Gesù conoscerà, frammentato in numerose correnti: Farisei, Sadducei, Esseni, Zeloti, Battisti, Erodiani, Samaritani, Terapeuti. Il cristianesimo nasce in seno a questa complessa molteplicità. Dopo la distruzione del Tempio (70), i Farisei sono i soli a sussistere. Uno di questi Jochanan Ben Zakkai, fonda l'accademia di Javneh e riorganizza il giudaismo, permettendogli di sopravvivere alla catastrofe del 135.
In quest'ambito si sviluppa la tradizione rabbinica, che distingue la Torah scritta, consegnata nel Pentateuco, dalla Torah orale, consegnata nel Talmud, entrambe considerate di origine divina, poiché rivelate contemporaneamente a Mosè sul Sinai. Per vivere secondo la Torah, un giudeo credente deve osservare quattro regole: la benedizione, lo studio biblico, la preghiera e i comandamenti. Fra questi la circoncisione, la celebrazione del Sabato, e l'osservanza dei divieti alimentari sono, oggi come ieri, i segni dell'identità giudaica.
Sotto la spinta dei movimenti di emancipazione, molti giudei hanno abbandonato la pratica dei riti, ma continuano a considerare il giudaismo un patrimonio culturale e intellettuale comune. Il XX secolo segna il risveglio dei movimenti politico-laici e l'assimilazione del giudaismo a una entità nazionale.


Sionismo
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il sionismo è un movimento politico nato verso la fine del diciannovesimo secolo tra gli ebrei. Lo scopo del movimento era quello di creare uno stato per gli ebrei, perché secondo i Sionisti gli ebrei si sarebbero sempre trovati in pericolo come una minoranza in terra altrui.
Il fondatore del Sionismo è oggi considerato Teodor Herzl, un giornalista austriaco di origine ebraica, che nel 1897 organizzò il primo congresso Sionista in Svizzera, e creò l'Organizzazione Sionista Mondiale. In realtà l'idea di creare uno stato Ebraico circolava già da prima. I promotori di questa idea volevano fondare lo stato nella storica terra d'Israele, chiamata anche Palestina, dove gli Ebrei regnavano nei tempi biblici. La religione ebraica la considera "la Terra Promessa", anche se solo in senso metaforico e non necessariamente pratico.
Questa terra, dai confini storicamente non ben definiti, non sarebbe stata comunque molto più grande di una qualsiasi regione italiana. C'era anche chi proponeva di creare uno stato Ebraico in altre parti del mondo, ad esempio in Amazzonia, ma l'opzione di gran lunga più popolare restava la Palestina, all'epoca governata dall'impero Ottomano.
Durante i primi decenni del ventesimo secolo, diverse decine di migliaia di ebrei, soprattutto provenienti dall'impero Russo, emigrarono verso la Palestina, spinti dall'idealismo e dal desiderio di sfuggire ai pogrom, all'intolleranza ed alla mancanza di opportunità nei paesi di origine. Nel 1922 il controllo della regione passò all'Impero Britannico, che istituì un mandato sulla Palestina, che includeva anche l'odierna Giordania.
Alcuni dei nuovi colonizzatori erano spinti da ideali socialisti e crearono dei Kibbutz, delle comunità organizzate secondo criteri collettivisti e comunisti, in cui la popolazione viveva dell'agricoltura. Altri si sistemarono nelle città o ne fondarono di nuove, la più importante delle quali è Tel Aviv.
La popolazione Araba aumentò per l'arrivo di immigrati dai paesi circostanti, che vennero in Palestina per lavorare, spinti dai salari più elevati di quelli dei loro paesi d'origine. Tra gli immigrati ebrei si fece strada anche l'uso della lingua ebraica, la quale, relegata all'ambito religioso da duemila anni, non era più usata quotidianamente.


Mi piace aggiungere un ulteriore contributo di Carlotta Ricci, una ragazza che ha fatto una miniricerca sul Sionismo e l'ha messa su studenti.it :

Fondamento originale del sionismo è evidentemente il legame che, secondo i suoi sostenitori, unisce gli ebrei alla Terra santa. Il ricordo della "patria perduta" e il desiderio di ritornarvi sono conservati per lungo tempo e quattro ipotesi sono alla base dell’edificio costruito da Herzl: l’esistenza di un popolo ebraico, l’impossibilità della sua assimilazione da parte della società nella quale si è velocemente disperso, il suo diritto alla "Terra promessa" e l’inesistenza su questa terra di un altro popolo che abbia i propri diritti.
Herzl immaginò di creare uno stato-nazione ebraico che avrebbe posto fine a tutte le persecuzioni sofferte dagli ebrei in Europa dai pogrom russi fino al celebre "affaire Dreyfus" francese. Tuttavia i "sionisti", come furono chiamati i seguaci di Herzl, non presero in considerazione il fatto che su quella collina viveva mezzo milione di arabi, che avevano radici e tradizioni millenarie.
Il sionismo applicò con coerenza una politica che implicava l’alleanza con le grandi potenze capitalistiche, ma che negava al popolo palestinese il diritto a quell’identità nazionale rivendicato per il popolo ebraico. Questa gestazione di matrice eurocentrica (la stessa di Cecil Rhodes, di Jules Ferry o del cancelliere Bismarck) lasciò un’impronta dalla quale fino a oggi il sionismo non è riuscito a staccarsi, nonostante sia sempre esistita al suo interno una "componente di sinistra" e persino settori che si autodefinivano socialisti.

19 novembre 2005

Un abbraccio



Provo dolore quando si mettono in prima pagina i morti di Nassirija, definendoli eroi, e poi, quando muoiono in mare dei clandestini non ci si preoccupa nemmeno di sapere come si chiamano, non si fanno interviste alle loro famiglie o ai loro compagni di viaggio (per la verità qualcuno l'ha fatto-vedi link, ma la gran maggioranza dei media no).
Per quale motivo razionale io dovrei essere più interessato ai morti italiani piuttosto che a quelli nigeriani, senegalesi o tunisini? Per quale motivo dovrei esser grato ai militari che difendono la patria e non a coloro che si lasciano sfruttare e disumanizzare quotidianamente per il mio benessere di occidentale?
A queste domande di solito non si risponde, definendole subito delle schiocchezze senza senso: ma il senso glielo dà paradossalmente proprio il disagio che esse ci provocano.
Un abbraccio a tutti coloro che soffrono.